Gli Indicatori del Benessere Equo e Sostenibile

Il progetto per misurare il benessere equo e sostenibile nasce dalla collaborazione tra ISTAT e i rappresentanti delle parti sociali e della società civile con l’obiettivo di valutare il progresso della società non soltanto dal punto di vista economico, ma anche sociale e ambientale.

In questa sezione si mostrano i dati relativi alla Regione Lazio, confrontati con le macro-ripartizioni regionali e con l’Italia, al fine di evidenziare possibili aree di intervento e poter fornire strumenti utili ad una programmazione mirata e strategica.

Il BES viene determinato a partire da 12 dimensioni:

  1. Salute
  2. Istruzione e formazione
  3. Lavoro e conciliazione tempi di vita
  4. Benessere economico
  5. Relazioni sociali
  6. Politica e istituzioni
  7. Sicurezza
  8. Benessere soggettivo
  9. Paesaggio e patrimonio culturale
  10. Ambiente
  11. Ricerca e innovazione
  12. Qualità dei servizi

Il progetto è in continua evoluzione e aggiornamento, ed il numero di indicatori varia quindi negli anni. L’ISTAT produce annualmente un rapporto, arrivato alla sua settima edizione, e a partire dal 2018 anche un aggiornamento intermedio tra un rapporto e l’altro.

Il rapporto 2022 include un totale di 152 indicatori, suddivisi nei diversi domini, come riportato nel grafico sottostante. Gli indicatori sono disponibili a livello regionale, e un loro sottoinsieme anche a livello provinciale.

domini BES

 

 

Il BES provinciale

Esiste anche una dimensione provinciale dei BES, nata attraverso un progetto specifico “BES delle Province” nel 2014 a cui partecipano 26 Province e Città Metropolitane. Inoltre l’ISTAT dal 2018 pubblica un sistema di indicatori del Benessere equo e sostenibile nelle province e città metropolitane italiane. Si tratta del primo risultato del progetto “Misure del benessere equo e sostenibile dei territori”. Gli indicatori monitorati nel rapporto 2022 e pubblicati dall’ISTAT sono 70.

 

Il BES negli altri Paesi

L’attenzione alle misure del benessere accomuna l’Italia ad altri paesi europei che hanno investito in sistemi di monitoraggio statistico della qualità della vita che possano essere di complemento a quelli focalizzati sulla crescita economica.
Anche se si osservano specificità nazionali, soprattutto nel numero degli indicatori monitorati, tutti gli schemi di misurazione nazionali hanno un riferimento comune nelle iniziative internazionali proposte da Ocse3 e da Eurostat4. 
Questo potrebbe portare nel tempo ad un approccio teorico integrato, offrendo nuove possibilità di confronti internazionali e sostenendo lo sviluppo dell’utilizzo degli indicatori a supporto delle politiche.